Non chiamatele PMI ma MPMI

Dovremo abituarci ad abbandonare un acronimo oramai familiare: la vecchia espressione PMI (piccola e media impresa) potrebbe andare in soffitta e lasciare il posto a MPMI dove la “M” iniziale sta per “micro”. Con la Raccomandazione n.2003/361/CE la Commissione Europea introduce infatti la definizione più ampia di “MPMI: microimprese, piccole e medie imprese” con l’obiettivo di definire meglio la realtà economica di questo variegato mondo imprenditoriale e di rafforzare l’efficacia dei programmi e delle politiche comunitarie a loro destinati. Le micro, piccole e medie imprese vengono definite in funzione del loro organico e del loro fatturato ovvero del loro bilancio totale annuale:

Micro impresa, se l’organico è inferiore a 10 persone e il fatturato o il totale di bilancio annuale non supera i 2 milioni di euro;

Piccola impresa, in presenza di un organico inferiore a 50 persone e con un fatturato o il totale del bilancio annuale non superiore a 10 milioni di euro.

Media impresa, se l’organico è inferiore a 250 persone e il fatturato non supera i 50 milioni di euro o il totale di bilancio annuale non sia superiore a 43 milioni di euro.

Certamente la crisi economica ha negli ultimi anni sensibilmente scosso il sistema delle attività produttive anche se il problema principale rimane di ordine culturale oltre che formativo. In un mercato globale la competitività si acquisisce solo attraverso una pianificazione strategica di ampio respiro, capace di programmare sul lungo periodo, di attuare una consolidata prevenzione e gestione dei rischi, di saper differenziare la propria azienda rispetto alle imprese concorrenti, di fornire sempre un valore tangibile ai clienti. Le micro-imprese hanno invece un’ottica generalmente focalizzata sul breve periodo, spesso sul quotidiano; hanno un approccio principalmente reattivo e quasi mai proattivo e mantengono in genere un posizionamento su un mercato molto specifico e limitato. Questo sarà difficilmente sostenibile in futuro. Anche le MPMI devono iniziare ad utilizzare gli strumenti e le strategie attuate dalle grandi imprese.C’è però ancora una diffusa convinzione che le micro e piccole imprese non possono sostenere i costi per dotarsi degli strumenti necessari ad una gestione aziendale adeguata ai nostri tempi.

Per dare una risposta concreta molti dei bandi che abbiamo messo in evidenza su questo portale mirano proprio a fornire alle micro e piccole imprese il supporto necessario per dotarsi degli strumenti organizzativi, tecnologici, consulenziali e formativi necessari per affrontare questo delicato passaggio.

A cura di: Alessandra Gervasi