La certificazione di prodotto può essere obbligatoria (es. certificato di conformità ai fini della marcatura CE) ed in questo caso è sempre a tutela dell’interesse pubblico collettivo oppure volontaria (es. BIO prodotti alimentari biologici, DOP o IGP) e quindi una libera scelta del produttore, che vuole valorizzare le peculiarità di un prodotto o di una categoria di prodotti, con l’intento di accrescere l’interesse del mercato.
La certificazione volontaria di prodotto, contrariamente a quanto avviene nella quasi totalità dei casi per la marcatura CE, è rilasciata da un ente terzo e assicura la capacità dell’azienda di fabbricare prodotti che risultano conformi a requisiti indicati nelle Norme Tecniche di Riferimento e a specifiche aziendali che definiscono livelli di Qualità promessi al cliente dall’organizzazione.
Enti di certificazione specificamente accreditati rilasciano la certificazione di prodotto, sia in ambito volontario che cogente.
L’iter per ottenere un prodotto certificato si sviluppa in più fasi:
- I° fase: prove di tipo per verificare che il prodotto sia conforme a norme nazionali o internazionali o, in caso di loro assenza, a protocolli di prova dedicati;
- II° fase: valutazione dei processi e del sistema qualità utilizzati dal costruttore per garantire il mantenimento nel tempo delle caratteristiche riscontrate sul campione presentato per le prove di tipo (procedure di fabbricazione, controllo, verifica delle apparecchiature di collaudo);
- III° fase: mantenimento. Ottenuta la certificazione di prodotto e quindi il marchio, i tecnici di ente verificano periodicamente che l’azienda continui ad applicare le procedure di assicurazione qualità e a mantenere le attrezzature di prova in efficienza e calibrate, affinché i prodotti certificati non abbiano subìto modifiche che possano avere impatto sulla loro conformità e possano essere costruiti costantemente secondo gli standard qualitativi e di sicurezza che hanno permesso l’ottenimento del marchio di certificazione di prodotto.