Direttiva 2012/19/UE sui RAEE

Il 13 agosto 2012 sono entrate in vigore le nuove norme in materia di rifiuti elettrici ed elettronici (RAEE) volute dall’Unione Europea con la DIRETTIVA 2012/19/UE DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 4 luglio 2012 sui rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE)

I rifiuti elettrici ed elettronici sono in forte crescita ma, ad oggi, solo un terzo di questa tipologia di rifiuti è oggetto di raccolta differenziata. Con la continua espansione del mercato e l’accorciarsi dei cicli di innovazione, le apparecchiature vengono sostituite sempre più rapidamente contribuendo ad accrescere sempre di più il flusso dei rifiuti di AEE. L’attuale tasso di raccolta, in Europa, si attesta a 4kg di RAEE pro capite che corrispondono a 2 milioni di tonnellate all’anno di RAEE, che aumenteranno, secondo le stime dell’Unione Europea, di 12 milioni di tonnellate entro il 2020.

I rifiuti elettrici ed elettronici non costituiscono solo una tipologia di rifiuti da raccogliere e smaltire correttamente per tutelare l’ambiente; i RAEE infatti contengono componenti pericolose quali il mercurio, il cadmio, il piombo, il cromo esavalente, i difenili policlorurati (PCB) e le sostanze che riducono lo strato di ozono ma sono anche materie prime secondarie di grande valore per l’Europa. La sistematica raccolta ed il corretto recupero garantiscono, invece, un uso efficiente delle risorse, dai RAEE si estraggono materie come oro, argento, rame e altri materiali rari.

La nuova direttiva si pone tra i suoi principale obiettivi quello di aumentare la percentuale di raccolta differenziata sia per garantire una maggiore protezione dell’ambiente sia per favorire ed incrementare il mercato delle materie prime seconde.  Le nuove disposizioni in materia di RAEE infatti considerano la raccolta differenziata una condizione preliminare per garantire il trattamento specifico e il riciclaggio dei RAEE, per questo dispongono che dal 2016 in poi gli stati membri garantiscano una raccolta differenziata pari al 45% delle apparecchiature elettriche ed elettroniche vendute sul territorio nazionale. Successivamente, dal 2019, l’obiettivo sarà del 65% delle apparecchiature vendute oppure l’85% dei rifiuti elettronici prodotti.

Gli stati membri saranno liberi di scegliere tra le due opzioni proposte dall’Unione Europea.
La direttiva 2012/19 punta anche sui cittadini che devono contribuire attivamente al successo di questa raccolta e dovrebbero essere incoraggiati a rendere i RAEE. Per questo l’Unione Europea promuove la creazione di idonee strutture per la restituzione dei RAEE, compresi punti pubblici di raccolta, dove i nuclei famigliari possano restituire gratuitamente i loro rifiuti. Al contempo l’Europa è consapevole che i distributori svolgono un ruolo fondamentale nel contribuire al successo della raccolta dei RAEE.

Viene ribadita l’importanza dell’”uno contro uno” e si raccomanda che i punti di raccolta per RAEE di piccolissimo volume, predisposti nei negozi al dettaglio, non vengano subordinati ai requisiti in materia di registrazione o autorizzazione di cui alla direttiva 2008/98/CE, che richiede ai gestori di rifiuti una serie di adempimenti ed autorizzazioni per svolgere la propria attivita’, che non si conciliano con l’esercizio di un negozio al dettaglio di elettrodomestici che offre alla propria clientela il ritiro del vecchio RAEE a fronte di un nuovo acquisto di pari tipologia.

Un ulteriore importante obiettivo, che si pone la nuova direttiva RAEE, è quello di contrastare con la massima efficacia le esportazioni illegali di rifiuti, che costituiscono un problema grave. La nuova direttiva impone agli esportatori di verificare il funzionamento delle apparecchiature e di documentare la natura delle spedizioni potenzialmente sospettate di essere illegali, in modo da evitare che vengano camuffate come vendite, o donazioni, di apparecchiature funzionanti a paesi in via di sviluppo, esportazioni di apparecchi, obsoleti ed inservibili, destinati in realtà ad uno smaltimento irregolare.

Le nuove disposizioni dovranno essere recepite dagli stati membri entro il 14 febbraio 2014.