Nel maggio scorso è partito il progetto speciale per il potenziamento dei controlli ambientali e sanitari finalizzati a contrastare l’insorgere di un’economia illegale in alcuni settori produttivi della Toscana.
Il progetto persegue il potenziamento dei controlli, su tutto il territorio regionale, sulla complessiva gestione dei rifiuti in alcuni settori di attività produttive e di servizio (tessile, rottami, rifiuti da trattamenti con antiparassitari nelle attività vivaistiche, rifiuti liquidi trasportati su gomma) attraverso azioni di indagine, ispezioni, controllo analitico, incrocio e valutazione dei dati e delle informazioni inerenti le fasi di raccolta, trasporto, recupero, riciclo e smaltimento dei rifiuti. (vedi il primo rendiconto sulle attività svolte)
A fine settembre sono già stati effettuati oltre il 60% dei controlli previsti per il 2014 dal progetto (50 su 80), molti dei quali hanno portato all’emanazione di sanzioni amministrative e notizie di reato, con sequestri di aziende e ulteriori indagini svolte dalla magistratura.
Da ottobre sono entrati in servizio 5 nuovi tecnici della prevenzione ambientale, assunti con contratto a tempo determinato, grazie alle risorse messe a disposizione dalla Giunta regionale per questo progetto.
Per quanto riguarda il settore tessile il progetto consolida ed implementa un sistema di controlli già in essere sul territorio della Provincia di Prato e che riguardano le varie fasi di lavorazione del comparto produttivo (tintorie, rifiniture, stamperie, gruccifici, lavanderie, confezioni, ecc.). Con questo ed altri successivi comunicati ARPAT intende dare conto delle attività sinora svolte.
Diversi dei 31 controlli effettuati nel settore sono stati svolti in collaborazione con l’Agenzia delle Dogane e con il Corpo Forestale dello Stato, per la verifica del rispetto delle norme in materia di traffico illeco di rifiuti; altri sono stati coordinati con l’ASL ed il Comune. Sinergie positive di sono verificate anche per interventi che hanno interessato più territori, ed in particolare quelli della provincia di Prato e del Circondario Empolese-Valdelsa. In generale, uno dei valori aggiunti di questo progetto è costituito proprio da una maggiore integrazione fra i vari Dipartimenti provinciali dell’Agenzia.
In circa il 30% dei casi controllati sono stati effettuati sequestri, e nel 50% ci sono state deleghe della magistratura per ulteriori indagini.
Uno dei settori in cui sono stati effettuatii controlli ARPAT è appunto quello di tintoria e rifinizione tessuti, che costituisce una delle attività più rilevanti del distretto tessile con l’utilizzo di ingente risorse idriche, di prodotti chimici ed anche con una importante produzione di rifiuti.
Nell’ultimo quinquennio si è registrata una sempre più crescente acquisizione di tali aziende da parte dell’imprenditoria cinese, la quale ha iniziato l’inserimento dell’attività di stampa nel processo produttivo che, nel passato, non risultava praticato nell’area pratese.
Parallelamente all’ingresso dell’imprenditoria cinese in questo settore, si è registrato un significativo incremento di esposti presentati da parte dei cittadini, per le maleodoranze dovute alle emissioni dei solventi impiegati nel processo di stampa, con tecniche improvvisate e uso di solventi di bassa qualità, senza alcuna attenzione alla possibilità di convogliamento ed abbattimento delle emissioni in atmosfera.
Le aziende acquisite da imprenditori cinesi risultano oltre 20 alcune delle quali soggette ad Autorizzazione Integrata Ambientale (vedi Controllo ARPAT presso una ditta di tintura e stampa tessuti di Prato), presenti nei comuni di Prato, Carmignano, Montemurlo e Vaiano. Tutte le aziende sono state oggetto di controllo da parte di ARPAT, in alcuni casi ripetuti più volte, in quasi tutte sono state contestate violazioni penali ed amministrative,
A seguito dei controlli tutte le aziende, con le relative difficoltà in quanto si registrano correntemente passaggi della titolarità e della ragione sociale delle ditte, hanno iniziato la regolarizzazione anche per gli aspetti ambientali.
Di fatto le aziende in questione si sono regolarizzate sotto il profilo autorizzativo, anche a seguito di diffide e prescrizioni, ricorrendo in molti casi all’adeguamento dei sistemi di abbattimento con l’acquisizione di apparecchiature di buon livello tecnologico e la sostituzione dei solventi con analoghi di livello qualitativo superiore, in particolare con quelli contenenti percentuali minime di idrocarburi alifatici responsabili degli impatti odorigeni.
Di seguito si evidenziano in particolare le principali risoluzioni adottate:
* revisione del ciclo produttivo integrando i processi di stampa sia per il quadro emissivo che per la parte relativa agli scarichi dei reflui industriali,
* ricorso a solventi a minore impatto ambientale,
* convogliamento delle emissioni e istallazione di impianti di abbattimento per la riduzione degli inquinanti emessi,
* manutenzioni programmate degli impianti di abbattimento,
* programma di autocontrolli,
* adeguamento ad una corretta gestione dei rifiuti.
Fonte: ARPAT