Sicurezza sul lavoro: l’asseverazione del modello organizzativo

azienda_produzione_cIn caso di infortunio con lesioni gravi o gravissime o, ancora peggio, mortale, in aggiunta alle responsabilità penali previste per chi riveste ruoli chiave all’interno dell’organizzazione (datore di lavoro, dirigenti, preposti ecc.) l’azienda rischia le sanzioni previste dal D.Lgs. 231/2001 (responsabilità amministrativa). La sola sanzione pecuniaria in caso di lesioni gravi, e cioè con prognosi superiore ai 40 giorni, parte da 25.000 euro per arrivare, in caso di incidente mortale, fino a un milione. Tuttavia, lo stesso D.Lgs. 231 dice che l’azienda può evitare di essere sanzionata adottando preventivamente un “modello organizzativo”.
generico_legge 01L’art. 30 del D.Lgs. 81/2008 (il testo unico sulla sicurezza) dice che un sistema di gestione attuato secondo la norma Bs Ohsas 18001:2007 “si presume conforme ai requisiti del modello”; ne consegue che una certificazione di conformità alla Ohsas 18001 rilasciata da un organismo accreditato, anche se non obbligatoria, costituisce un ottimo strumento per dimostrare l’applicazione del modello esimente.

Asseverazione vs certificazione

Sempre nell’ambito del D.Lgs. 81, l’art. 51 introduce l’attività degli organismi paritetici (costituiti dalle associazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori), ai fini del rilascio di una
asseverazione della efficace attuazione del modello organizzativo. L’asseverazione è una dichiarazione, redatta al termine di un processo di verifica, che attesta la corretta applicazione del
modello e solo in parte si sovrappone alla certificazione dei sistemi di gestione per la salute e sicurezza sul lavoro. Infatti, da un lato il “modello 231” prevede requisiti che non sono esplicitamente descritti nella Ohsas 18001, come il sistema sanzionatorio e l’organo di vigilanza, dall’altro esistono modelli organizzativi, per esempio le linee guida Inail, che non prevedono l’applicazione della norma Ohsas.
Officine Meccaniche Sirio Srl 04L’attività di asseverazione, per essere credibile, deve essere svolta nell’ambito di regole che ne garantiscano il rigore, come già avviene per gli organismi di certificazione che operano nell’ambito dell’accreditamento rilasciato da Accredia. Su questi temi è attualmente in corso un dibattito. Gli organismi di certificazione accreditati operano infatti nell’ambito dei requisiti definiti da Accredia che, sulla base dell’esperienza acquisita e con il coinvolgimento di tutte le parti interessate, ha emanato il Regolamento tecnico RT 12 specifico per la certificazione dei sistemi di gestione per la sicurezza e che costituisce il punto di riferimento per chi svolge l’attività di certificazione. È pertanto necessario che, per essere credibili, le attività di asseverazione del modello organizzativo siano eseguite nel rispetto dei requisiti RT 12 quanto meno per quanto riguarda i tempi di audit e le competenze del personale che effettua le verifiche.

In preparazione una guida Uni

Uni sta mettendo a punto una guida specifica, “Indirizzi operativi per l’asseverazione nel settore delle costruzioni edili e di ingegneria civile”, che riprende i principi base dell’accreditamento in particolare per quanto riguarda le competenze. Alla guida è allegata una check-list che, oltre a costituire un riferimento per il verificatore, può essere usata dall’azienda come strumento di auto-valutazione.
L’iter di definizione ad approvazione del documento Uni prevede il coinvolgimento di tutte le parti interessate: organismi paritetici, organismi di certificazione, associazioni di categoria e, non da ultimo, Inail. Sulla base di tali premesse, è auspicabile che si possa produrre un documento equilibrato e rappresentativo degli interessi di tutte la parti coinvolte.

Articolo tratto da ICMQ Notizie N.68
a cura di Massimo Cassinari